M5s, il clamoroso scivolone sul “grano saraceno”
Dilettanti allo sbaraglio, ossia grillini in Parlamento. L’ultima perla è nascosta in una proposta di legge dei deputati Gallinella, Benedetti, Bernini (quello dei microchip sotto la pelle, per intendersi), Gagnarli, L’Abbate, Lupo, Parentela, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Agostinelli, Businarolo, Micillo e Turco. Insomma, una nutrita pattuglia. Ma in quattordici teste, nessuno si è accorto del grottesco strafalcione. Di cosa stiamo parlando? Di un passo incriminato nella proposta di legge che inizia con una premessa: “Il settore agroalimentare è uno dei più importanti e redditizi della nostra economia”. E fin qui, tutto bene.
Bell’esempio… – Peccato che però poi scrivano: “Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione agroalimentare – in cui sono falsificate l’indicazione geografica e la denominazione di origine dei prodotti immessi in commercio – è esploso in maniera significativa e spesso incontrollabile, danneggiando sia i produttori, che si trovano a operare in un mercato di fatto sleale, sia i consumatori, che si illudono di consumare prodotti made in Italy ignorando l’effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno” (sic!).
Qualcuno gli spieghi che… – Forse, ai cittadini grillini, qualcuno dovrebbe spiegare che il “grano saraceno” non è un “pericoloso straniero” ma l’ingrediente principali di molte portate totalmente “made in Italy”, dai pizzoccheri, alla polenta (saracena) alle manfrigole eccetera eccetera. Qualcuno spieghi ai cittadini grillini che il grano saraceno si coltiva soprattutto nel nord Italia, tra Lombardia e Trentino, spesso da colture biologiche. A rendere ancor più grottesco lo scivolone il fatto che nella proposta di legge i grillini scrivono: “Un esempio su tutti”. Bell’esempio, si sono scelti (e, per altro, è un mistero dove abbiano reperito l’informazione che un terzo delle nostre paste è prodotto con questo fantomatico grano saracneo).
Perla-bis – La pezza al refuso messa dal grillino Filippo Gallinella è anche peggio del buco: spiega che si è trattato di un refuso, che volevano scrivere “grano straniero”, mica saraceno. Nella stessa proposta di legge, infine, si trova un’altra piccola-grande perla. Oltre ad aver dimostrato di sapere poco e nulla del settore agroalimentare che vogliono difendere, i grillini dimostrano di sapere poco e nulla anche della lingua italiana. Scrivono: “…e, allo stesso tempo, di inserire il reato di contraffazione agroalimentare tra quelli perseguitabili dal Procuratore nazionale antimafia”. Perseguitabili? (Sic!).
libero

Dopo il grano saraceno, la prossima battaglia del M5S sarà contro i fichi d’india e l’insalata russa…. Invadiamo la Saracenia!?!? 😀 ##
una volta per i ritardati mentali esistevano classi differenziate……poi li hanno eletti ……
Forse prima di essere eletti un piccolo test d’ingresso…..
Ma mi chiedo ….avranno fior di consulenti strapagati ….possibile che nessuno si sia reso conto della stupidata ?oppure pure questi non sapevano ? Mahhhhh
Dai grillino invadete la saracenia! Ma attenti sarete perseguitabili per questo!
mbè… se i consulenti (che paghiamo NOI !!) li hanno scelti loro……. ‘un so se spiegomi !! :))))