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Gender nelle scuole primarie, Sasso: “In Toscana progetti per 600mila euro”

La denuncia arriva dal deputato Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura e Istruzione

Francesco Curridori 29 Aprile 2025 – 17:33

Gender nelle scuole primarie, Sasso: "In Toscana progetti per 600mila euro"

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“Alla Pari” -“A caccia di mostruosi stereotipi e pregiudizi”. Questo è il titolo di un laboratorio organizzato dall’associazione “Woman to be” per una scuola primaria nell’ambito del progetto “Alla pari. Comunità insieme verso il gender mainstreaming” promosso dalla provincia di Lucca e finalizzato al contrasto alla violenza e alla promozione di una parità di genere.

Nella lettera di accompagnamento, la Responsabile ufficio organi istituzionali, politiche per le pari opportunità e statistica della Provincia di Lucca spiega che tale laboratorio può “porre rimedio all’interpretazione distorta che nasce dalla confusione che spesso si fa tra il significato di SESSO e GENERE”. “Ancora segnalazioni circa progetti discutibili messi in atto nelle scuole, ancora una volta esperti esterni sarebbero entrati nelle classi delle scuole elementari, questa volta in provincia di Lucca, per parlare a bambini di 6 e 7 anni di sesso biologico, genere percepito, decostruzione di stereotipi e tutto l’armamentario culturale dell’ideologia gender”, attacca il deputato Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura e Istruzione. Un’iniziativa che “rientrerebbe – spiega il leghista – in un progetto della Regione Toscana sulla parità di genere e la lotta alle discriminazioni, con una durata di tre anni e per il quale sono stati stanziati circa 600mila euro”. Sasso attacca: “Le famiglie si lamentano e si chiedono se dietro la sacrosanta lotta alle discriminazioni si nasconda, come spesso accade, qualcosa di inadeguato per bambini di sette anni”.

A questo si aggiunge a proposta di legge a prima firma proprio del deputato Sasso che “oltre a regolamentare la concessione delle cosiddette carriere alias e a negare l’uso di asterischi e schwa, interviene in maniera decisa sul consenso informato delle famiglie, e dispone che non si possano affrontare tematiche inerenti la sfera sessuale, soprattutto in riferimento ai bimbi più piccoli, senza il consenso dei genitori”. Secondo Sasso “è giusto che ad educare i figli su certe tematiche ci pensino i genitori, non la regione Toscana o qualche assessore del Pd, magari con la complicità di qualche docente ideologizzato”.

Pubblicato da ergatto

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