Ma Mario Draghi ci piglia in giro? Persona coltissima e importantissima, sia chiaro. Questa rubrica non è degna neppure di sfiorargli i legacci delle scarpe. Però quando Sua Santità oggi in Parlamento ci spiega che “alti costi dell’energia pongono le aziende – europee e italiane in particolare – in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri” mettendo così a rischio “la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita”, sembra quasi che lui esca dal cilindro ieri. Va bene: oggi è consulente della Commissione Ue, però è stato anche presidente della Bce ed ascoltato premier dell’Italia. Non è possibile che oggi venga a raccontarci l’ovvio (“occorre una politica di rilancio della competitività europea che deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie”). Perché questa rubrica ricorda bene quanto disse l’ex premier in occasione dell’invasione della Russia in Ucraina, quando alcuni gli facevano notare che dire addio al gas russo in fretta e furia, insieme alle rigide regole europee sul green, rischiavano di ammazzare l’economia. Testuale: “Volete la pace o il condizionatore?”. Posto che, nonostante l’embargo sul gas tutto abbia portato tranne che a far cessare le armi nel Donbass, pare quasi che oggi Supermario abbia scelto il condizionatore.
– Eh no, caro Beppe Sala. Troppo facile così. Sul caso di Ramy il sindaco di Milano, prima di leggere le valutazione del superperito, e facendosi condizionare dai video pubblicati dalla stampa, inclusi quelli con le parole un po’ dure dei carabinieri, non esitò a criticare i militari. Disse: “Ci sono alcuni che sbagliano e il grosso dei carabinieri che fa cose giuste. Qui hanno sbagliato, hanno fatto un inseguimento notturno di 20 minuti e in ogni caso quelle parole sono inaccettabili”. Invece il superconsulente della procura ha certificato che: a) l’inseguimento era stato fatto secondo tutti i crismi, mentre a mettere in pericolo Ramy è stato l’amico alla guida con la sua folle fuga; b) “nonostante le espressioni verbali connesse alla concitazione del drammatico inseguimento”, pur avendone la possibilità, i carabinieri non hanno mai dimostrato “l’intenzione di ‘speronare’ il veicolo in fuga o di farlo cadere”. Insomma: il ragionamento del sindaco Sala, e del suo consulente Franco Gabrielli, è stato smentito su tutta la linea. Ha chiesto scusa? No, anzi. Oggi ha addirittura avuto il coraggio di dirsi “felice del fatto che attraverso le analisi si sia dimostrato che i carabinieri” hanno agito bene. Senza vergogna.
G. DE LORENZO

🎀 Quanta ipocrisia e quanta malafede!