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Ue, in 50mila in piazza per l’Europa. Ma la sinistra si spacca di nuovo e parte l’assalto a Conte

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15 marzo 2025

“Siamo 50mila veri. È stata una manifestazione di pace e democrazia”. Così l’ideatore della manifestazione ‘Una piazza per l’Europa’, il giornalista Michele Serra, saluta la folla a Roma alla fine di un lungo pomeriggio in una piazza del Popolo gremita, con migliaia di bandiere dell’Unione europea ma anche molte della pace e qualcuna palestinese, oltre a decine di vessilli ucraini e georgiani, con le comunità che si sono unite alla manifestazione. In piazza anche diversi leader delle opposizioni, a partire dalla segretaria dem Elly Schlein, poi il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di +Europa, Riccardo Magi, i vertici di Avs e di Italia Viva, mentre come annunciato è assente il Movimento 5 Stelle e il suo leader, Giuseppe Conte. Ma anche tra chi è presente sono tanti i distinguo. Lo stesso Serra, aprendo la lunghissima serie di interventi dal palco di intellettuali, scrittori, attori, attivisti, sotto la guida del ‘maestro di cerimonie’ Claudio Bisio, lo ammette: “Siamo in tanti perché siamo popolo, che è la più democratica delle parole. Una piazza europea non può che essere una piazza con tante idee diverse”.

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Schlein, arrivando, viene accolta da molti sostenitori e commenta: “Una splendida piazza di partecipazione per l’Europa che vogliamo costruire, un’Europa federale, unita, un’Europa che affronta insieme le sue sfide. Noi come Partito democratico ci siamo, con uno spirito federalista che si richiama al Manifesto di Ventotene, serve un’Europa politica”. Se l’assenza del centrodestra è totale, si notano i punti di vista diversi, spesso diametralmente opposti, nel centrosinistra. “Ci sono assenze politicamente significative – sottolinea il segretario di +Europa, Riccardo Magi -, penso che il giochino che fa Conte è ormai smascherato”. Magi sfila con Calenda dietro un grande striscione con la scritta ‘Resistenza Europea’, a sottolineare la loro posizione: “Noi vogliamo un’Europa che sia in pace”, ma proprio per questo “deve essere forte anche militarmente, non solo economicamente e moralmente”, dice Calenda. Che spiega, con chiaro riferimento proprio al M5S, ma anche a una parte del Pd: “Ci sono persone che sostengono che la pace si raggiunge disarmandosi, anche davanti a Putin, ma quello è il modo migliore per arrivare alla guerra”.

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Pubblicato da ergatto

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