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IDEE CONFUSE
Sul patriarcato, in effetti, il mondo progressista ha le idee confuse, e non stecca solo a Sanremo. Vorrebbero tanto, i sinistri, sostenere la causa femminile, ma c’è il fattore Giorgia, la premier, non la cantante, che li spiazza. Il fatto che Meloni sia donna non significa, giustamente, che sia brava; altrimenti lo sarebbe anche Elly Schlein, ormai più apprezzata dal governo che dall’opposizione. Tuttavia la critica, in mancanza di argomenti più solidi, sovente sconfina nel sessismo. Massimo Giannini, ospite di una Lilli Gruber forse in quel momento distratta, ha parlato la scorsa settimana della premier come della «ragazza pon pon di Donald Trump». E Giuseppe Conte, ieri, invocando una fantomatica conferenza di pace con la Cina, che lo vedrebbe nelle vesti dell’avvocato di Xi Jinping e non del popolo italiano, ha ripetuto l’insulto. Lui, che quando il presidente americano l’ha ribattezzato “Giuseppi” si è appuntato il nomignolo come una medaglia, non capendo che il magnate si riferiva al suo sdoppiamento politico: prima con Matteo Salvini, poi con Matteo Renzi e Nicola Zingaretti.
L’EX MINISTRO
Sempre meglio comunque di Elsa Fornero, alla quale questo centrodestra fa talmente schifo da costringerla a chiedersi cosa mai noi abbiamo più da insegnare all’Arabia Saudita, che ha tenuto ben due conferenze sui cambiamenti nel mondo del lavoro, in tema di diritti umani e delle donne, visto che da noi «le carriere femminili sono ancora fortemente ostacolate» e «il nostro modello di protezione di chi tira la carretta si è indebolito». Lo domandasse ai duecento e passa sauditi decapitati ogni anno o alle signore, ancora schiave della welayah, la legge che le obbliga ad avere un tutore. Forse alcune donne non hanno focalizzato che il patriarcato è un problema serio e trattarlo in maniera grottesca, cercandolo in ogni manifestazione e angolo d’Italia, può essere controproducente. Non sia mai che subisca la stessa sorte dei deliri del politicamente corretto, capaci di innescare un effetto boomerang azzerante. Le buone ragioni talvolta nascondono cattive intenzioni.
SENALDI
