– Secondo giorno dalla condanna definitiva per falso di Mimmo Lucano. E ancora nessuno dei manettari che solitamente si scandalizzano per un banale avviso di garanzia ai politici ha ancora chiesto le dimissioni.
– Scrive il Corriere: “La sensazione di una vittoria a prescindere non sta nell’avvio del negoziato, ma nel fatto che la Russia, dopo l’isolamento di questi anni, potrebbe scrivere un trattato di pace per la guerra da lei stessa scatenata”. Scusate: e chi dovrebbe scriverlo il trattato, Babbo Natale? Tutte le guerre della storia finiscono in due modi, quale che sia l’aggressore: con la sconfitta di una delle parti in causa, il che produce di solito una pace imposta; oppure con un armistizio, che si spera possa essere il più duraturo possibile. In ogni caso a firmarlo sono i diretti interessati, in questo caso la Russia e l’Ucraina.
– Semmai dovrebbe farvi riflettere il fatto che Kiev sia stata tagliata fuori a dimostrazione, come molti sostengono da tempo, che alla fine della fiera a decidere le sorti di quel conflitto è sempre stata la Casa Bianca più che Zelensky. E che l’Europa, pur sentendosi centrale, s’è fatta infinocchiare di nuovo: ha speso miliardi di euro, si è profusa in grandi sostegni a Kiev, s’è ritrovata la guerra dentro casa e i profughi da accogliere, eppure adesso resterà col cerino in mano mentre Mosca e Washington si spartiscono il bottino.
– Trump alla fine afferma ciò che in questa stramaledetta rubrica sostenevamo da tempo: l’aggressione di Putin all’Ucraina è un crimine, ma le guerre funzionano così da quando esiste il mondo. Il punto è che spingere sull’adesione di Kiev alla Nato fu un errore e pensare che le sanzioni avrebbero fatto vincere la guerra all’Occidente una pura illusione. Come volevasi dimostrare.
– Ma poi vi ricordate che Joe Biden prefigurava addirittura un cambio di governo a Mosca?
– Foto di Trump e un’unica frase sopra: “Quanto ci scommetti che faccio fare pace anche ai Ferragnez”. Osho è un genio. Fine.
– Scrive il Corriere: “Ci sono anche buone possibilità che durante il loro primo incontro, Trump dovrà sorbirsi una lunga disquisizione da parte di Putin sulle cause del conflitto ucraino, che non a caso in questi giorni a Mosca vengono spesso ripetute per filo e per segno, a futura memoria. Ma in fondo, funziona così. La storia viene sempre scritta e spiegata dai vincitori”. Ehm: ma non era sempre il Corsera ad averci spiegato, almeno una decina di volte, che Putin era pazzo, con un piede nella tomba e sconfitto?
DE LORENZO

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