Il piano di Salvini per il Viminale, ma c’è il muro di Fdi
L’idea Piantedosi al Dis. Bignami: “Il rimpasto? Adesso non ci sono i presupposti”
Pasquale Napolitano 30 Dicembre
In chiaro, i toni sono all’insegna della distensione. Galeazzo Bignami, capogruppo Fdi alla Camera e fino a poche settimane fa numero due di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture, allontana con diplomazia lo scenario di un rimpasto. «Salvini esprime una legittima ambizione – dice -. Ma la squadra di governo si rivede se ci sono i presupposti. E oggi non ci sono». Qualche ora prima è stato, sempre con grande fair play, Giovanbattista Fazzolari (la Cassazione del verbo meloniano) a mettere una pietra sopra le ambizioni del Capitano di riprendere in mano il timone del Viminale: «Non c’è preclusione su nulla, ma di rimpasto non si è mai parlato». A taccuini chiusi, però, i meloniani perdono ogni freno inibitorio: «Salvini al Viminale? Just an illusion (solo un’illusione)» confida al Giornale un alto dirigente del partito della premier. Il cerchio magico di Meloni ricorda (per il tramite di Francesco Verderami) il famoso patto di inizio legislatura: nessuno può tornare nei ministeri che ha già guidato. Operazione fallita. Dopo l’articolo di Verderami, Salvini rilancia: «Il ministero dell’Interno mi è rimasto nel cuore, ne parlerò con Giorgia». Il tema vero che in questi giorni agita il sonno dell’inquilina di Palazzo Chigi è che Salvini non bluffa. Dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, il segretario della Lega vuole davvero riprendersi il Viminale. Non è una strategia, non cerca contropartite. Nei piani del capo del Carroccio c’è una sola partita da vincere, da qui al 2027: arrivare al voto seduto sulla poltrona del Viminale. Certo ci sono altre questioni sul tavolo, su cui si cerca di trovare un punto di caduta.
CON TALE DISGRAZIATISSIMA SITUAZIONE PER MELONI E DESTRA SAREBBE FINITA PER SEMPRE !!
