La sinistra caccia i migranti, Povia respinto ed Eriksson: quindi, oggi…
Quindi, oggi…: la morte dell’ex allenatore della Lazio, le elezioni Usa e Pavel Durov
Giuseppe De Lorenzo 26 Agosto 2024 – 22:24

– Se guidi una Smart per due persone e fai salire quattro passeggeri; se una delle bambine è in braccio alla madre, senza cintura; se l’altra viaggia nel bagagliaio, tu non hai la patente e l’auto è senza assicurazione… beh: non stiamo parlando di una ragazzata, ma di una follia. E merita l’accusa di omicidio stradale.
– Rampini, sul Corriere, fa un’operazione verità. E spiega che le “deportazioni al confine” dei migranti negli Usa, quelle sponsorizzate da Donald Trump, non sono quella cosa orripilante che la parola lascia intendere. Si tratta di una traduzione errata. In realtà parliamo di banali “ordini di espulsione” già emessi dai tribunali. Cioè gli stessi che anche l’Italia, e tutti gli altri Paesi del mondo, mettono in pratica.
– Altra operazione verità. I giornali occidentali, quasi tutti schierati con Harris, non lo raccontano perché non fa comodo. Ma quando Biden e Kamala vinsero le scorse elezioni, gran parte della loro campagna elettorale fu improntata sulla guerra alle politiche “razziste” di The Donald. In sostanza: niente controlli alle frontiere, porte aperte per tutti. “Per i primi tre anni dell’Amministrazione Biden–Harris la gestione dei flussi migratori è stata disastrosa, con almeno due milioni di clandestini in entrata ogni anno – spiega Rampini – Vi hanno contribuito i proclami sulle frontiere aperte lanciati dalla sinistra del partito democratico, e l’accoglienza molto generosa offerta ai clandestini da «città-santuario» come New York, Chicago, Los Angeles, dove i governi locali (democratici) si rifiutano di applicare le leggi federali sull’immigrazione”. Oggi Kamala si lamenta invece che i Repubblicani abbiano bocciato una legge scritta dai democratici rubando le idee di Trump. Vero. Ma il punto è che ormai, sul tema migranti, la sinistra americana ha abbandonato l’idea che aprire le porte agli stranieri senza alcun limite sia logico. E soprattutto non porta consenso. I primi a rimetterci quando milioni di lavoratori arrivano nei sobborghi Usa sono proprio latinos e afroamericani, che rischiano di vedersi scippare il posto di lavoro.
– Domanda: ma se i democratici sull’immigrazione copiano Trump, non è che alla fine gli americani preferiranno l’originale?
– Seconda domanda: quand’è che la sinistra italiana capirà l’antifona? Ho visto Roberto Speranza andare alla Convention e affermare che la strada tracciata da Kamala è quella giusta. Vale anche per l’immigrazione?
(…)
VABBE’….. CHE SPERANZA FACCIA IL TIFO PER IL PEGGIO DEL PEGGIO…E’ NEL SUO DNA !
