Olimpiadi, pugili trans potranno battersi contro le donne. Giovedì tocca all’azzurra Carini
Nel pomeriggio di lunedì il Cio ha confermato che due atleti geneticamente maschi parteciperanno al torneo di boxe femminile nonostante siano stati squalificati nel 2023 per aver fallito il test genetico
Luca Bocci 29 Luglio 2024 – 20:03

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Nei Giochi Olimpici più woke ed inclusivi di sempre, poteva forse mancare la questione trans? Il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti confermato nel pomeriggio di lunedì che a due atleti cui era stato impedito di partecipare ai mondiali di boxe dell’anno scorso per aver fallito il test ormonale potranno battersi contro le atlete donne. La questione sta scatenando una tempesta di polemiche sui social media ma interessa direttamente la spedizione italiana a Parigi: la prima ad affrontare uno di questi atleti controversi, sarà infatti l’azzurra Angela Carini. La politica gender entra quindi a gamba tesa a Parigi 2024, come se non ci fossero già abbastanza problemi e polemiche.
La tempesta perfetta
Visto il clima arroventato dai deliri woke della cerimonia d’apertura, la notizia sicuramente scatenerà polemiche a non finire ma non è un caso venuto dal nulla. Lo status dell’algerino Imane Khelif e del taiwanese Lin Yu-ting, che vorrebbero partecipare nelle categorie 66kg e 55kg dedicate alle atlete donne, è rimasto a lungo in dubbio, con le autorità olimpiche che sembravano aver deciso di non decidere, sperando che la faccenda passasse inosservata. La situazione era esplosa ai mondiali dell’anno scorso, organizzati dall’Iba, il cui presidente Igor Kremlev aveva dichiarato alla Tass che i due atleti erano stati esclusi dalle gare femminili perché “i test del Dna avevano provato che hanno cromosomi Xy”. Secondo l’organismo internazionale, la decisione aveva seguito una “attenta discussione ed era intesa a mantenere l’integrità e la regolarità della competizione”.
