In passato il merdaiolo era colui che raccoglieva gli escrementi deposti dai cavalli lungo le vie della città: un mestiere umile come pochi, …
al presente i merdaioli sono coloro che raccolgono gli escrementi della societa ‘ , magari pluricondannati, violenti e li fanno eleggere come rappresentanti del paese pagandoli con le tasse degli onesti !
– Per la prima volta Ilaria Salis si mostra in video dagli arresti domiciliari. È una sorta di video-comizio, solo molto breve, in cui l’attivista dall’Ungheria comunica il suo “programma” – se così possiamo chiamarlo. E allora analizziamolo:
– Il video di Ilaria parte con l’immancabile “tutte e tutti”, incipit inclusivo il giusto per far capire da che parte dalla storia stare. Quella perbenista, ovviamente, sia mai che ti accusino di maschilismo.
– Il primo punto riguarada la sua detenzione: Ilaria è ancora ai domiciliari, mostra il braccialetto elettronico, assicura che la sua battaglia “non è ancora finita”. C’è un motivo: la candidatura con Alleanza Verdi e Sinistra, sfumata quella col Pd, era nata per mettere fine alla sua detenzione in carcere. Prigionia che però le è stata revocata dai giudici, fatto che potrebbe indurre gli elettori a pensare che ormai sia inutile votarla “tanto in galera non ci sta più”. Da qui la necessità di ribadire di sentirsi “ancora lì dentro”.
– Secondo: Salis ci tiene a presentarsi come un’attivista che fa politica “dal basso”, non una “di professione”, riciclando un vecchio motto ormai stantio. Ricorda la sua condizione di precarietà nel lavoro di insegnante, come se fosse un simbolo di appartenenza sociale da rivendicare. E ovviamente il piatto forte: “Come sapete tutti, sono antifascista”. Basta questo per essere eletti? No, chiaramente. Ilaria andrà in Europa per combattere per “tutte le persone che si trovano in situazioni di ingiustizia di questo tipo” (ed è forse l’unico punto del programma con un po’ di coerenza logica). Sulla lotta che intende portare avanti per “un’istruzione di qualità”, si spera che non intenda il raccontare agli alunni le sue gesta militanti. Mentre sull’obiettivo dichiarato di “cambiare radicalmente le condizioni materiali di vita” sospendiamo il giudizio perché cosa significhi nella pratica, lo sa solo lei.
4 condanne e decine di denunce: ecco il curriculum di Ilaria Salis
Santificata dalla sinistra, la maestra lombarda in carcere in Ungheria ha accumulato una serie di condanne tutt’altro che invidiabile
di Massimo Balsamo2 Febbraio 2024, 10:13

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Dopo aver snobbato per anni gli italiani in carcere all’estero, la sinistra è tutta schierata al fianco di Ilaria Salis. Dai marò a Chico Forti, i compagni hanno preferito pensare ad altro, mentre ora si prodigano per la maestra lombarda dietro le sbarre in Ungheria con l’accusa di aver malmenato due neonazisti. Le immagini della trentanovenne in catene arrivate da Budapest hanno giustamente indignato tutti, ma il caso da giudiziario si è trasformato rapidamente in politico: sì perché il caso di Ilaria Salis viene utilizzato dalle opposizioni del governo Meloni per sollevare polemiche. Ma non è tutto.
Come evidenziato dall’edizione odierna della Verità, il curriculum di Ilaria Salis è tutt’altro che invidiabile: 4 condanne e 29 denunce. Non ci troviamo quindi di fronte alla maestra desiderata da ogni genitore. Considerata dalle forze dell’ordine un’attivista di spicco dell’area anarchica lombarda, l’esponente del centro sociale meneghino “Cuore in gola” ha collezionato una serie di guai giudiziari di rilievo. Condanne per accensioni ed esplosioni pericolose – avrebbe lanciato fumogeni e petardi all’interno del perimetro della struttura carceraria di Milano – per resistenza a pubblico ufficiale durante lo sgombero di attivisti anarchici da un centro sociale meneghino e lo sgombero di uno stabile a Saronno e infine per invasione di edifici.
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Quattro condanne (passate in giudicato) e decine di segnalazioni all’autorità giudiziaria, senza dimenticare quanto denunciato dalla Lega. Secondo quanto affermato dal Carroccio, Ilaria Salis nel febbraio del 2017 avrebbe preso parte all’assalto organizzato contro un gazebo allestito dal partito di Matteo Salvini per il tesseramento. Il processo coinvolse quattro antagonisti, tra i quali la maestra lombarda: procedimento arrivato a sentenza il primo dicembre del 2023 con il giudice Maria Letizia Borlone che ha accolto la richiesta di assoluzione avanzata non solo dalla difesa ma anche dal pubblico ministero, spiegando che per gli imputati “la mera partecipazione al corteo senza partecipazione o istigazione all’azione delittuosa non può costituire un’ipotesi concorsuale neanche morale”.
La giustizia ungherese farà il suo corso ed è fondamentale invocare un trattamento umanitario consono a quanto previsto dall’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ma la beatificazione è un tantino esagerata.
Massimo Balsamo, 2 febbraio 2024
ELEGGERLA RAPPRESENTANTE DEL POPOLO ITALIANO INVECE E’ DEMENZIALE E DELINQUENZIALE OLTRE AD ESSERE UN’OFFESA PER TUTTA LA GENTE ONESTA CHE LAVORA, PAGA LE TASSE E NON E’ MAI STATA PROCESSATA !!
