Scurati? Nient’altro che un odiatore, altro che bersaglio come ha detto di sentirsi all’indomani dei commenti formulati al suo indirizzo dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Diciannove anni fa, alla finale del Premio Campiello, lo scrittore immaginò, ovviamente armato solo di parole, addirittura l’assassinio di Bruno Vespa. Il romanzo in gara era “Il sopravvissuto” in cui un candidato agli esami, certo della bocciatura, uccide uno per uno tutti i suoi professori. E Scurati con fare malandrino da cattivo maestro, a domanda precisa e scherzosa di Vespa su come si sarebbe regolato quella sera coi suoi concorrenti, rispose franco al giornalista: «Se stasera dovessi uccidere qualcuno, ucciderei lei» con tanto di motivazione «lucidamente razionale» resa poi assieme a delle scuse e a degli auguri di lunga vita praticamente obbligati, a favore di agenzia: «Il mio è un giudizio intellettuale sul tipo di giornalismo fatto da Vespa e su quel che rappresenta il suo tipo di televisione».
