CHE NON MI FACCIATE VOMITARE !
Il Pd siciliano rimane senza sede. 13 dipendenti in cassa integrazione
La cassa integrazione riguarda otto amministrativi (6 impiegati, un coordinatore dell’ufficio e un responsabile), due giornalisti, due autisti e un addetto alle pulizie
Il provvedimento coinvolge tredici dipendenti. Da stamattina il telefono della segreteria squilla a vuoto. La cassa integrazione per il personale è a zero ore per 12 mesi, fino al 15 giugno del 2015. Riguarda otto amministrativi (6 impiegati, un coordinatore dell’ufficio e un responsabile), due giornalisti, due autisti e un addetto alle pulizie. In base alle verifiche in corso sui conti e sui versamenti non ancora in cassa, il tesoriere, Tuccio D’Alessandro, presenterà un’eventuale proposta di reintegro di parte del personale, con una rotazione della cassa integrazione. La proposta dovrà tuttavia essere oggetto di trattativa tra le parti. Tutto quello che riguarda la parte amministrativa e operativa, compresa la comunicazione del partito regionale, al momento è ferma e non si sa quando riprenderà. Gli uffici comunque possono essere utilizzati dai politici che dispongono delle chiavi per organizzare riunioni.
CASSA INTEGRAZIONE UN CAZZO !!!
GLI ELETTI NON PAGANO LE QUOTE ED IO DEVO PAGARE I DIPENDENTI D’UN PARTITO CHE PRENDE MILIONI E MILIONI DI SOVVENZIONI E RUBA PURE ?
LA CASSA INTEGRAZIONE SERVE A CHI PRODUCE !!!! NON AI FANCAZZISTI DEI PARTITI !!!
MORALMENTE SUPERIORI….. ALLE VONGOLE ?
Choc: PD vende seggi in Parlamento per 25mila euro, è un affare
LO HA RIVELATO CORRADINO MINEO
PALERMO – E’ di oggi la notizia che il PD in Sicilia chiude la sede regionale per mancanza di soldi, non ostante il Mose.
Ancora più inquietante è che come una Fiat qualsiasi, a pagare saremo noi, infatti, da oggi, tutto il personale in servizio del partito, è in cassa integrazione. I dipendenti coinvolti sono tredici.
Pagheremo i dipendenti siciliani del PD per un anno intero, fino al 15 giugno del 2015.
Ma la parte più oscena della situazione è forse un’altra. Anzi, è sicuramente un’altra.
Si viene infatti a sapere per motivi legati a versamenti non effettuati, che il parlamentare Corradino Mineo ’dovrebbe versare al partito 25 mila euro come una tantum per essere stato inserito nella lista alle politiche in posizione di elezione.’
Nei giorni scorsi, Mineo aveva parlato di richiesta di «pizzo» da parte del partito siciliano.
E ha ragione: il PD vende le posizioni in lista. E questo equivale, visto che le liste sono bloccate, a vendere posti in Parlamento!
E’, non solo democraticamente immorale, ma anche legalmente rilevante. Qualcuno indagherà su questa compravendita di posti in Parlamento? Ci sono magistrati interessati a perseguire questo crimine?
Una domanda a Mineo: vi siete accordati prima sul prezzo? C’è stata una sorta di ‘asta’ tra vari personaggi interessati all’elezione in Parlamento?
VOXNEWS
