Valerio Sampieri
Si parla tanto di quote rosa e di parità di staminchia, ma basterebbe conoscere un po’ di storia per sapere che le Donne italiane non hanno necessità di quote od altro per farsi valere.
La padovana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, verso la fine del 1600, fu la prima donna laureata nel mondo. La bolognese Laura Bassi, nella prima metà del 1700, fu la seconda donna laureata nel mondo e la prima alla quale fu concesso l’insegnamento universitario.
Ma le donne italiane furono anche capaci di incredibili atti di eroismo, come Aldruda e Stamira le quali, tra il 1172 e il 1174, respinsero l’assedio di Federico Barbarossa alla città di Ancona.
“I tre deputati giunti a Ferrara trovarono in Guglielmo di Marchesella e nella Contessa Aldruda di Bertinoro due caldi alleati e fervidissimi amici: il primo per assoldar truppe non si arrestò ai danari portatigli d’Ancona, ma impegnò tutto il suo patrimonio, usò di tutto il suo credito, fece debiti, e giunse a mettere assieme una buona armata di soldati Lombardi. Aldruda, salita a cavallo, radunò tutti i suoi vassalli, e comandandogli ella stessa, li riunì ai soldati di Marchesella. L’armata traverò Ravenna e giunse non senza ostacoli sulla montagna di Falcognara, da cui quasi come da teatro, si vede distante solo quattro miglia Ancona, il suo golfo ed il suo porto. Giunta la notte, Marchesella ordinò che ogni soldato si legasse all’elmo ed alla lancia un lume, quindi discese dalla montagna allungando le file il più che poteva.
Le sentinelle dei Tedeschi, ingannate dalla quantità dei lumi, credettero il nemico in numero triplo di quello che veramente era; lo stesso Cristiano, vile ed atterrito, diede il segno della ritirata. Marchesella e la stessa Aldruda, fatta di donna animoso capitano, gli spinsero contro i cavalli, minacciandolo colle spade nude ed animando i loro; gli Anconitani, visto dalle mura quello inaspettato soccorso, presero essi pure le armi.
Ma la battaglia non fu pure possibile, perché i Tedeschi, vedendo di non essere più dieci contro di uno, fuggirono a rompicollo.
Cristiano, arcivescovo di Magonza, morì poi d’orrido malore in terra di Toscana, cessando, come dice lo storico, di usare libidine quando morte gli troncò la vita.
Sull’albeggiare Aldruda e Marchesella entrati in Ancona, abbondantemente la città soccorsero d’ogni cosa. Non è a dirsi che feste facessero quei cittadini ai loro liberatori.
Marchesella partì poi per Costantinopoli dove l’imperatore Emmanuele Comneno gli diede ogni sorta di ricompense per avere così bene soccorsi i suoi diletti Anconitani.
La flotta Veneta non più spalleggiata dall’esercito di terra dovette ella pure sgombrare quel mare.
Aldruda di Bertinoro altamente commendando l’animo più che virile delle donne Anconitane, volle sempre in ogni festa seduta al suo fianco Stamura, la valorosa vedova, che incendiando le macchine dell’odiato nemico, a quel modo prolungato l’assedio, aveva fatto che Ancona si era potuta salvare”.
Da “Stamura d’Ancona Cenni storici compilati da Felice Govean. Torino, 1848 Tipografia Baricco e Arnaldi Con permissione.”, pagg. 18-20