Dario Franceschini, chiude la sua tv: quanti milioni ci è costata
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Francesco Storace 08 gennaio 2023
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Dai, stasera ci vediamo Claudio Baglioni sulla piattaforma ItsArt. Ci registriamo e paghiamo. Guarda che il concerto è gratis su youtube. In casa Franceschini non se ne erano accorti, ma gli italiani sì e hanno decretato lo straordinario fallimento della “Netflix italiana”, strombazzatissima dall’ex ministro della Cultura. Un flop economico e tanti soldi buttati, poco meno di una decina di milioni di euro. Pubblici. Nostri.
Appena arrivato al ministero della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha letto le carte, ascoltato i suoi funzionari ed esaminato la corrispondenza di Cassa depositi e prestiti. E ha doverosamente chiuso il rubinetto aperto dall’ex ministro del Pd. Avrebbe dovuto già farlo Dario Franceschini, ma ovviamente la “sua” invenzione non poteva farla crepare e si è fatto i fatti suoi. Persino a giugno scorso, quando i conti in rosso sono venuti fuori in maniera clamorosa. Esulta Federico Mollicone, deputato di Fdi e presidente della commissione cultura della Camera: «Bene ha fatto il governo Meloni a mettere in liquidazione ItsArt. Il progetto fallimentare voluto da Franceschini è stato da sempre denunciato da Fdi con numerosi atti sottolineando – come giá fece il Cda Rai con Rossi e Salini che negò l’inclusione della Rai – come rappresentasse un progetto di business superato, rispetto al potenziamento di RaiPlay sul modello inglese della Bbc o pubblico-privato francese, aggregando le produzioni nazionali su un’unica piattaforma in grado di competere con gli over-the-top. Eravamo l’unica voce a denunciare l’uso di denaro pubblico per ItsArt, l’ennesimo esempio del fallimento del centrosinistra». In verità lo fece, nella scorsa legislatura, anche il parlamentare leghista Daniele Belotti (aveva detto a chiare lettere che «ItsArt è un pozzo senza fondo, va assolutamente rivisto tutto il progetto»).