LI VOGLIONO TUTTI ANALFABETI, TUTTE CAPRE COME LORO , SONO MEGLIO AMMAESTRABILI E PLAGIABILI , POI FARANNO CARRIERA IN POLITICA , NELLA SANITA’ AMMAZZERANNO GENTE , LE INDUSTRIE LI RIFIUTERANNO …GENIALE NEVVERO ?
“Abolite il merito”. La sinistra a scuola mostra il suo Dna
27 Novembre 2022 – 06:00
La parola merito nel nome del Ministero dell’Istruzione dev’essere valutata per il suo valore simbolico.
La parola merito nel nome del Ministero dell’Istruzione dev’essere valutata per il suo valore simbolico. Tant’è che la sinistra esplicita, Alleanza Verdi Sinistra, propone di sostituirla con la parola inclusione. Il PD, ossia la sinistra implicita, ispirata a politiche marxiste ma in chiave moderna, cioè a sua insaputa, propone di ripristinare la semplice pubblica istruzione. Che sempre in chiave simbolica tanto semplice non è, visto che non si capisce perché escludere l’istruzione erogata dai privati. Però ben venga la discussione, perché fare il punto sui valori è esattamente ciò che serve a questo Paese, e proprio sulla scuola, il luogo dove si gettano le fondamenta della società che vogliamo.
Trent’anni fa la storia ha dichiarato il fallimento dei regimi che incarnavano una politica sociale che, sostituendo la spinta individuale con l’assistenza dello Stato, non sapeva che farsene del merito. Da noi quella politica non è mai diventata regime, non ufficialmente, e proprio per questo è riuscita a sopravvivere nel sistema, anzi sviluppandosi in modo sempre più pervasiva. Grazie a un’intellighenzia fatta di salotti e redazioni giornalistiche e incardinata su una morale di matrice cattolica, egualitaria ed inclusiva, siamo giunti al paradosso che pare inopportuno premiare il meritevole per non mortificare il demeritevole. Sbagli ed errori ci sono ancora, ma farli notare sarebbe selettivo. Sbagliando s’impara? Una volta forse, ora non più. Meglio perseverare. Tanto, paga Pantalone. Peccato che in questi trent’anni il Paese sia andato indietro invece che avanti. Oggi ci sembra che funzionasse meglio tutto ciò che allora pareva inaccettabile. La capacità di creare ricchezza è stagnante. Nel 1992 avevamo già un debito pari alla ricchezza di un intero anno e, per non lasciarlo ai figli, prendemmo l’impegno a ridurlo. Altroché! L’abbiamo portato a una volta e mezzo e ne chiediamo ancora.