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– nell’intervista di cui sopra, il nostro valente giornalista italiano pone una domanda che mette i brividi. Sempre su Musk-Twitter. Dice: “Ci sono timori sul fatto che l’informazione finisca nelle mani di un solo miliardario”. Per fortuna Alec Ross gli fa notare che pure Jeff Bezos, che pure è miliardario, s’è comprato il Washington Post. Ma lì tutti zitti. Da vomito
– sto male. Sentite cosa dice, in tono negativo, l’ex consigliere di Obama. “Elon Musk ritiene che uno possa dire ciò che vuole”. Ripeto: “Elon Musk ritiene che uno possa dire ciò che vuole”. Come, scusi? Perché non è così? Non sarebbe questa la libertà di espressione? La stessa per cui abbiamo difeso il diritto di Charlie Hebdo di prendersi gioco di Maometto? Niente da fare, la libertà a sinistra è cosa sconosciuta. O meglio, ritengono esista solo quando ci si attiene alle loro regole di comportamento. Patetici
– la verità è che Twitter è quel mondo magnifico in cui vivono giornalisti, politici e intellettuali radical chic. Musk ha rotto il giochino, e loro frignano
– chi sperava in uno stop della crisi alimentare in breve tempo, probabilmente dovrà ricredersi. Putin pare abbia deciso di prorogare le restrizioni all’esportazione di fertilizzanti fuori dalla Russia, che è uno dei maggiori produttori. Cosa significa? Mi raccontava un allevatore: puoi anche non metterlo, ma la produttività del tuo campo si riduce. Questo significa meno grano o mais in circolazione, dunque aumento dei prezzi, cioè crisi alimentare nei Paesi poveri e quindi possibili migrazioni di massa. Sappiatelo
– Renzo Piano: “Ho votato per Macron”. E ‘sti cavoli?
– va bene, lo stop all’automatismo del cognome paterno ai figli non cambierà la vita. Che sia legittimo scegliere tra quello del padre e della madre ci può anche stare. Ma che una consuetudine plurisecolare sia considerata “discriminatoria e lesiva” di chissà quale identità del figlio mi pare una stupidaggine sesquipedale. (…)
IL GIORNALE