Lo spettro di Bibbiano
Irene Famà © ANSA Image_0TORINO. Due bambini tolti alla famiglia e affidati a un’altra coppia. Un procedimento civile in cui la consulenza redatta da una psicoterapeuta privata ipotizza abusi da parte del padre naturale nei confronti del figlio. E un nome che ritorna: Nadia Bolognini, psicoterapeuta rinviata a giudizio nell’inchiesta di Bibbiano. Un caso fotocopia dell’Emilia Romagna per modalità e personaggi è stato scoperto a Torino dai carabinieri. Tre gli indagati. Le due donne affidatarie, raggiunte ieri da un provvedimento che vieta loro di avvicinarsi ai due ragazzi, e Bolognini. La storia risale al 2013. La madre naturale dei due bambini ha problemi economici e chiede aiuto. Si apre un procedimento civile per l’adottabilità. Una consulenza del Tribunale dei minorenni sostiene che manchino i presupposti per l’allontanamento. La psicoterapeuta, a cui le due affidatarie si sono rivolte, sostiene il contrario. Di più: ipotizza una condotta sessualizzata dei bambini, riconducibile ad abusi del padre naturale. Il Tribunale sospende gli incontri e invia la segnalazione alla procura ordinaria. Gli inquirenti colgono discrasie tra quanto segnalato dalla Bolognini e le testimonianze raccolte: maestre e vicini. Nel 2019, a Torino, scattano le indagini. Nel frattempo scoppia il caso Bibbiano e il nome di Bolognini e del suo ex marito Claudio Foti, fondatore della onlus per la tutela dei bambini Hansel e Gretel, finiscono sui giornali. Oggi, lui è già stato condannato in abbreviato a 4 anni di carcere per manipolazioni psicologiche sui bambini dati in affido. Lei in attesa del processo. Le storie si intrecciano. I carabinieri contattano la procura romagnola: quel caso, finito nel faldone, viene poi stralciato per competenza territoriale. I protagonisti della vicenda vengono intercettati. E così, in maniera incidentale, emergono anche presunti maltrattamenti verbali. In questo modo si arriva ai provvedimenti di ieri. Bolognini, difesa dall’avvocato Roberto Trinchero, è accusata di concorso in falso ideologico. Le due ex affidatarie, assistite dall’avvocato Stefania Consoli, di maltrattamenti. La procura torinese aveva contestato alla coppia anche il falso ideologico e la frode processuale. Il gip Elena Rocci non ha accolto per insussistenza di gravi indizi. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Cesare Parodi e dal pm Giulia Rizzo, punta a fare chiarezza sulle modalità degli affidi, le dinamiche economiche connesse e le circostanze di custodia e mantenimento dei minori. I carabinieri parlano di «preoccupanti analogie» con le vicende di Reggio Emilia e sono in corso «ulteriori accertamenti per verificare eventuali responsabilità degli assetti istituzionali coinvolti nelle dinamiche e procedure dell’affido». Stando agli archivi del Tribunale dei minori di Torino, Bolognini si sarebbe occupata di un singolo caso.