Vittorio Feltri
Il problema è che il primo ministro per rimanere assiso sulla propria poltrona è costretto a promettere palanche a tutti, miliardi di qua e miliardi di là al fine di incoraggiare il popolo. Peccato che la montagna di contanti stanziata sulla carta in realtà non ci sia se non nelle intenzioni, però non nel portafogli, dell’esecutivo. I cui decreti-fiume costituiscono il libro dei sogni e non trovano riscontro nella realtà. Coloro che in questa fase hanno perso il lavoro si illudono di ricevere contributi sostitutivi dello stipendio finito in fumo, e in effetti continuano a protestare in quanto sono rimasti a secco. Hanno ragione. Avere famiglia e non avere di che mantenerla è una tragedia. Diverso il ragionamento per i titolari di aziende piccole e grandi che, riprendendo l’attività, seppure in forma ridotta, saranno in grado di superare – glielo auguriamo – la crisi. Indubbiamente il percorso che conduce alla salvezza non sarà breve, tuttavia il traguardo è raggiungibile. Di norma quando l’economia cade poi rimbalza e si riassesta, mentre i lavoratori comuni se cascano spesso si rompono l’osso del collo.
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