IL GIORNALE:
Nel dl Cura Italia era stata inserita una norma che dava la possibilità di rinviare le nomine dei vertici delle partecipate pubbliche in scadenza in primavera, lasciando in carica i cda attuali. Poi tutto è saltato perché il Tesoro ha bisogno dei dividendi che quelle aziende stanno per distribuire.
In agenda, per martedì prossimo, è segnato un incontro tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, poi il presidente del Consiglio vedrà gli esponenti della maggioranza. La tornata delle nomine innescherà una vera guerra di potere tra dem e grillini. Come riporta Dagospia, Conte ha provato a buttare sul tavolo di governo l’idea di una proroga di sei mesi. Il motivo? Una volta terminata la spartizione, gli alleati potrebbero dargli subito il benservito. Fatte le nomine e terminato il lockdown a maggio, il premier potrebbe non trovare più posto a Palazzo Chigi. Così Conte prova a prendere tempo cercando di rinviare tutti i suoi problemi. Chi gli sta sempre vicino ha rivelato: “Un giorno si fa forza della sua carica, il giorno dopo si preoccupa fino all’eccesso. Forse sente che il bivio si avvicina“.
Dall’Ufficio legislativo di palazzo Chigi è stato ribadito che le norme di legge devono essere in linea con le norme statuarie delle società. E intanto lo scontro nella maggioranza si è aperto. Come ha spiegato il Corriere, i grillini, non potendo toccare gli amministratori delegati, mirano a tutte le presidenze. Intanto, i renziani chiedono un rappresentante in ogni azienda. E i democratici vorrebbero modificare a proprio vantaggio le quote di potere stabilite quando nacque l’esecutivo. In particolare, il Partito democratico vuole la conferma di tutti gli amministratori delegati a partire da Alessandro Profumo a Leonardo e Claudio Descalzi all’Eni. I 5 Stelle vorrebbero mettere alla porta quest’ultimo nome e con loro si è schierato anche Matteo Renzi che pensa alla nomina di Francesco Starace, attuale ad di Enel. Ma per grillini e renziani non ci sarebbe molto da fare: Descalzi sembra essere intoccabile. Stefano Donnarumma, uomo stimato sia dal Pd che dal M5S, attualmente ai vertici di Acea potrebbe invece sbarcare a Terna. Per quanto riguarda Poste, non rischierebbe sorprese Matteo Del Fante, attuale ad e direttore generale: il suo nome sembra convincere proprio tutti.
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