Coronavirus, la fine di Luigi Di Maio. Renato Farina: se ha una coscienza, si ritiri
Luigi Di Maio ha detto una parola solo che tutti ricordano sull’ epidemia, e sarà tramandata come opera letteraria degna della statura umanistica e scientifica di questo governo che regge l’ Italia: “Coronavairus”. Ha pronunciato proprio così il termine “virus”: vairus. All’ inglese, come il riso e come il roast-beef. Com’ è potuto accadere?
Questa ignoranza non è un incidente, ma il sigillo dello stato di questo Paese, guidato oggi, in un dicastero importantissimo, diremmo decisivo con quel che sta accadendo intorno a noi, da un signore che non passerebbe la terza media.
Vorremmo tanto sorridere della cultura cosmopolita del nostro ministro degli Esteri il quale ha stabilito che “virus” non è un lemma universale prestato al mondo dal latino (virus=veleno, sostantivo neutro di seconda declinazione), ma un curiosa mescolanza tra una nota birra messicana e un bacillo anglo-cinese.
Ma non ci va più di scherzare.
Il caso si fa drammatico. E non riusciamo a comprendere, con tutta la stima che nutriamo per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come abbia potuto lo scorso settembre nominare e oggi tranquillamente (?) accettare che a dirigere la nostra politica internazionale sia una coppia senza alcuna arte né parte, priva di qualunque autorevolezza nel mondo e consenso in questo Paese. L’ altro componente del duo è Giuseppe Conte, autore l’ anno scorso del più incredibile cedimento al tiranno cinese, che nemmeno Togliatti con Stalin al tempo dei nostri alpini nei gulag. (..)
- IL BIBITARO NON HA NE’ COSCIENZA NE’ CAPACITA’ D’INTENDERE
- GUADAGNA OLTRE 300.000 EURINI ANNO ( quello noti…) QUANDO MAI SI DIMETTERA ???
VA CACCIATO A CALCI !!
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