E finalmente venne il momento di Junior Cally alla settantesima edizione del Festival di Sanremo. Finito al centro delle polemiche per alcuni brani passati che gran parte della politica italiana ha definito “istigazione alla violenza e all’odio sulle donne”, il rapper compare solo intorno all’una di notte ma regala subito un colpo di scena. È senza la maschera che solitamente lo caratterizza e non mancano alcuni versi di dissing (quello che in gergo si chiama “mancanza di rispetto”) contro Matteo Salvini.
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Quest’ultimo è stato uno dei più critici nei confronti dell’artista, ma il brano No grazie lo contemplava prima ancora che venissero fuori tutte le polemiche. “Spero si capisca che odio il razzista, che pensa al Paese ma è meglio il mojito”: canta così Junior Cally, che però fa riferimento anche a Matteo Renzi (“pure il liberista di centrosinistra che perde partite e rifonda il partito”). Inoltre non manca un passaggio sul “politicamente corretto”, che definisce una “dittatura” alla quale “resistere”.
libero
cinicamente, le polemiche aiutano le vendite e farsi passare per “eroico canterino antisistema” è un ottimo modo per tirar su rapidamente grana, vedi, ad esempio, gli altri antisistema come Fedez o J-Ax.
Il buffo è che son loro che si dicono fuori dalle logiche del capitale in nome dell’antagonismo alternativo quando ci son dentro peggio di uno yuppie di wall street.