In una Nazione riconosciuta in Europa come il “Paese dei campi”, dove l’alternativa alla costruzione di “campi nomadi” sono stati per anni ruspe e censimenti etnici, la discriminazione e lo stato di segregazione imposti dallo Stato nei confronti dei rom rappresenta una grave violazione dei diritti umani fondamentali. A dirlo senza giri di parole non sono attivisti o le solite organizzazioni per i diritti umani – da sempre accusate di buonismo e scarso senso della realtà – ma le Nazioni Unite nel Sesto Rapporto periodico redatto dal Comitato per i Diritti Umani che dal 6 al 10 marzo 2017 ha giudicato il grado di implementazione dei diritti umani fondamentali nel nostro Paese; al suo interno il capitolo dedicato alla violazione dei diritti delle comunità rom appare come il più ampio e dibattuto.
Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite è un organo composto da esperti indipendenti che periodicamente controlla in profondità lo stato di attuazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici di ogni singolo Stato. Lo fa attraverso un rigoroso lavoro di osservazione e analisi a partire dalle relazioni inviate da organi istituzionali e organizzazioni indipendenti per poi redigere delle “osservazioni conclusive” alle quali, nel periodo successivo, lo Stato interessato è tenuto a tenerne conto.
Nel Rapporto reso pubblico ieri, 28 marzo, le Nazioni Unite hanno intimato all’Italia di «intensificare gli sforzi per sradicare la persistente discriminazione e la segregazione nei confronti delle comunità rom» che riguarda circa 28.000 persone presenti sul territorio nazionale in grave emergenza abitativa. Per farlo indica alle autorità nazionali e locali tre percorsi definiti: «fornire mezzi effettivi e strumenti risarcitori per quanti hanno subito violazioni dei diritti umani conseguenti al decreto della “Emergenza Nomadi”», terminato nel 2012, i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti; «adottare tutte le misure possibili al fine di evitare sgomberi forzati a danno delle comunità rom e garantire alle stesse, in caso di sgombero, protezione legale e un’alternativa alloggiativa adeguata», «sospendere qualsiasi Piano sociale che possa tradursi nella realizzazione di nuovi campi o aree residenziali nelle quali le comunità rom risultino segregate».(…)
IL Fatto Q.
DIRITTI UMANI UN CAZZO !!!
CHI VIVE AI MARGINI DELLA SOCIETA’ PER SCELTA SENZA LAVORARE, RUBANDO E DELINQUENDO
NON HA NESSUN DIRITTO !!!
INUTILE CHE FACCIATE I “BEOBUONISTI” CON IL SUDORE ALTRUI……
LAVORINO E CONTRIBUISCANO AL PAESE COME TUTTI GLI ALTRI E NESSUNO LI DISCRIMINERA’…
DIFFICILE DA CAPIRE PER CHI VIVE NEL LUSSO DI PALAZZI DI VETRO CON SCORTE NEVVERO ?